Come gli innamorati tornano a Surriento, la monnezza ritorna a Napoli.
Quella di Napoli e l’immondizia è una storia d’amore che va avanti da anni. Già dal 1994 fu dichiarato lo stato d’emergenza per la Campania, cessato ufficialmente dopo 15 anni nel 2009 senza aver evidentemente risolto il problema.
Ah, ‘o primm’ ammore!
Nel 2008 il comune di Napoli spese 1,5 milioni di euro per la campagna di cartellonistica “Monnezza a Chi?”. Non è dato sapere quali risultati concreti essa abbia portato, se non ovviamente quello di incrementare il fatturato dell’agenzia pubblicitaria AMNewton21 che aveva ideato la campagna. A suo tempo, si parlò di “coraggio” dell’amministrazione cittadina nell’affrontare in maniera così decisa l’emergenza rifiuti.
Oggi, davanti alla nuova crisi si dice che l’assessore al turismo abbia già pronta la mossa vincente.
Sarà un’altra decisione coraggiosa, un altro paio di milioni di euro per combattere l’emergenza senza rimuovere un solo sacchetto di rifiuti. Geniale. Forse sarà una trasmissione televisiva (“Chi vuol essere monnezzaro?”) o forse un viaggio-studio dell’intera giunta comunale (consorti al seguito) a Singapore per vedere come gestirebbe il problema rifiuti quella città-stato da 5 milioni di abitanti dove è perfino proibito avere in tasca la gomma da masticare.
Nel 2005 la città di New Orleans avrebbe potuto lanciare una bella campagna pubblicitaria da qualche milione di dollari per attirare i turisti mentre era ancora allagata, ma non ci ha pensato. Ci sarebbe voluto un sindaco napoletano, ma il primo cittadino di allora, Ray Nagin, era di altra etnia.
Intanto anche a Roma ci sono stati problemi di immondizia. Nei quartieri Prenestino e Casilino i cassonetti scoppiavano e i rifiuti invadevano i marciapiedi. “Oggi davvero sembra di stare a Napoli” avrebbero dichiarato i residenti ai giornalisti. Ancora una settimana di tali problemi (creati da un impianto di smaltimento chiuso e dal personale della municipalizzata in agitazione) e anche il comune di Roma si sarebbe sentito autorizzato a lanciare una campagna pubblicitaria milionaria per destare l’interesse dei turisti in una città a bagno nell’immondizia.
“Sono degli incompetenti”, mi diceva scuotendo la testa un amico indiano. “Da noi a Mumbai ci sono cumuli d’immondizia dappertutto e il problema è così macroscopico e c’è da così tanto tempo che alla fine abbiamo deciso di non affrontarlo. Non ne parliamo più e basta. Facciamo la pubblicità all’India (tutti conoscono la nostra campagna istituzionale “Incredible India”) e facciamo finta di non vedere l’immondizia. Funziona perfettamente. Vedi quel cumulo di rifiuti lì all’angolo? Bè, io non lo vedo.”
Saggezza orientale o sfrontatezza italiana? Proprio una bella partita.