Steve Jobs, il leggendario co-fondatore di Apple ha annunciato di volersi ritirare dalla conduzione attiva dell’azienda californiana. Come molti sanno, Jobs ha da diversi anni gravi problemi di salute e questa recente mossa sembra sottintendere che questi non siano migliorati. Resterà Presidente della Apple (una carica che prima non esisteva) passando il testimone al suo braccio destro, Tim Cook, che ha competenza settoriale da vendere. Il mercato si domanda però se Cook abbia anche le capacità “visionarie” di Jobs e proprio per questo il titolo Apple ha temporaneamente perso fino al 7%.
Ma non intendo dedicare questo post alla Apple (per la quale non condivido l’entusiasmo di molti); le mie poche righe non vogliono nemmeno tessere le lodi di Steve Jobs quale mega-manager (c’è chi l’ha chiamato “il migliore CEO in tutta la storia d’America”). In realtà, per quanto brillante egli sia sicuramente, Jobs è un personaggio “difficile”, un perfezionista e un fanatico del dettaglio: quello che gli americani chiamano un “micromanager”, una persona che ti manda al manicomio se non sai gestire il suo bisogno di controllare tutto.
Abbandonando per un attimo, quindi, la santificazione della figura di Jobs come uomo d’azienda, mi auguro intanto che questo ulteriore distacco dal “day to day” sia benefico per la sua salute. Poi desidero ricordare un altro aspetto di questo personaggio: la sua straordinaria capacità di comunicare in maniera essenziale ed efficace, cosa che fa da decenni per conto di Apple con enorme successo.
Parte del mio lavoro sta nel tenere seminari di formazione sulle tecniche di presentazione e sul parlare in pubblico. Jobs è da questo punto di vista un autentico mostro e un esempio stellare e nei miei corsi attingo a vari aspetti delle sue tecniche.
La cosa più singolare è che (a detta di chi lo conosce) Jobs non ha nemmeno un talento naturale per trasmettere i suoi messaggi con il carisma messianico che tutti gli riconoscono. La sua forza sta nel metodo, nella continua ricerca della perfezione, nel voler provare e riprovare le sue presentazioni fino a renderle ancora più scarne, essenziali e memorabili.
Sul palcoscenico Jobs non annoia, non legge foglietti, non guarda lo schermo. Steve non cerca nemmeno di essere sempre in primo piano (è arrivato al punto di poterselo permettere, direte voi) ma cede volentieri la parola a ospiti, alla grafica, agli effetti visivi.
Quando si fanno presentazioni a un pubblico less is more, meglio una slide o una parola in meno che una di troppo.
E’ quindi con la gratitudine di chi ha molto appreso dal suo esempio che gli auguro di riprendersi e spero di rivederlo ancora nei suoi tradizionali jeans e con il girocollo nero a far sognare tutto il mondo mentre presenta un nuovo Mac, magari una sola volta all’anno.
Update 6/10/2011
Oggi è stata annunciata la scomparsa di Steve Jobs. Pubblico un breve video che ne commemora la vita e i tanti successi alla guida di Apple.