Diceva Jack Welch, leggendario CEO di General Electric (v. foto), che i veri leader semplificano. La complicazione è creata dai manager insicuri.
Ci ho sempre creduto e continuo a sostenerlo. Per questo diffido sempre di quelle figure direttive (che siano capi ufficio o capi di stato) che si sentono in dovere di parlare complicato, come se la loro autorità si basasse sull’essere compresi da pochi.
Ecco quindi che, leggendo il messaggio di Giorgio Napolitano al sindaco di Roma il giorno dell’inaugurazione della nuova zona pedonale nel centro della città, mi si è accapponata la pelle.
Cito il sommo riportandone parte del messaggio come ha fatto un’agenzia di stampa:
“…come affermai quando mi venne conferita la cittadinanza onoraria di Roma, nessun nefasto richiamo a ‘retoriche belliciste’ o ‘pretese di potenza innestate nel passato sul culto della romanita” – ha aggiunto Napolitano – puo’ dare avallo a una sottovalutazione dell’impronta incancellabile e del fascino”, sottolinea, “di una cosi’ straordinaria costruzione di civilta’, nei suoi molteplici contenuti e nelle sue espressioni di perenne bellezza”.
Ecco. Un piccolo capolavoro di complicazione mista a duplicità.
Che cosa voleva dire esattamente? Ma più importante ancora, quanti l’hanno capito?
Quando i politici si scambiano messaggi di questo genere viene il sospetto che non interessi loro minimamente se la popolazione che amministrano li capisca o meno. Sono trasmissioni cifrate, segnalazioni in codice che riportano la posizione dell’uno e dell’altro, come avviene tra sommergibili in tempo di guerra.
Per chiunque altro ascolti queste trasmissioni, il significato sfugge del tutto o – peggio ancora – non interessa minimamente.