Ho ripescato delle vecchie foto che ingiallivano in un album ormai dimenticato. Si tratta delle immagini di quando, nel 1972, avevo lavorato per un’intera stagione su una nave da crociera greca, la TSS Delos.
L’idea che da allora siano passati quaranta anni mi crea un certo disagio, ma il ricordo di quei mesi passati a solcare le acque del Mediterraneo è una reminiscenza piacevole, come un caro vecchio film che non rivedi da tempo e del quale ricordi solo le scene migliori.
Non era ancora arrivato il momento delle mega-navi da crociera; nelle acque del Mare Nostrum giravano solo unità di modeste o addirittura piccole dimensioni, come la Stella Maris II della Sun Line, una via di mezzo tra il megayacht pagato in petrodollari e la nave da crociera. Ogni tanto in qualche porto incontravamo la San Giorgio, dell’Adriatica, una bella nave di circa 5000 tonnellate dove mi autoinvitavo a bere un espresso decente dopo la brodaglia di bordo e il caffè turco.
A volte incontravamo navi Costa dal classico fumaiolo giallo o le grosse navi sovietiche della Black Sea Shipping, che incassavano valuta pregiata attirando vacanzieri europei con crociere a prezzi competitivi.
Il gioiello di quei tempi era la greca Aquarius, varata proprio in quell’anno e, paragonata alle mia Delos, arredata con sfarzo esagerato. La incontravamo spesso in qualche porto del Mediterraneo Orientale e di norma lasciava gli ormeggi prima di noi. Illuminata come un albero di Natale, scivolava via nella notte mentre dagli altoparlanti di bordo uscivano le note di The Age of Aquarius, un brano del 1967 tratto dal musical “Hair” e che era parecchio in voga ai tempi.
Si entrava al Pireo all’alba e si ripartiva la sera. In alto su una banchina ti appariva un enorme cartellone luminoso che diceva in greco: “Zito To Ikosiena Apriliou” (Viva il 21 Aprile). A parte la mancanza di una traduzione, era comunque un messaggio oscuro per la maggior parte dei crocieristi occidentali. Il 21 Aprile 1967, un colpo di stato da parte dei militari aveva portato al potere una giunta di alti ufficiali che avrebbe governato la Grecia fino al 1974.
Tutto questo però non preoccupava il turista, visto che l’attività del nuovo regime non aveva avuto ripercussioni negative sull’industria delle vacanze e la vita nell’Egeo abbagliante di sole proseguiva come da sempre.
La TSS Delos (dove TSS sta per turbonave) era nata in Francia nel 1949 e si chiamava Azemmour. Era una nave da trasporto mista (in francese moutonnier, ovvero nave porta bestiame) che fu convertita nel 1958 per trasportare truppe in Algeria e, nel 1962, diventò una nave ospedale che riportava i feriti in Francia.
La società armatrice Paquet l’adibì poi al servizio crociere fino al 1969, quando l’acquistò l’armatore greco Eftimiadis e la ribattezzò Delos, come l’isola del Mar Egeo.
Nel 1972, il gruppo britannico Clarksons noleggiò la nave installando a bordo un’equipe di gestione composta di inglesi e organizzando una serie di crociere con partenza e arrivo ad Ancona. Per garantirsi la massima occupazione delle cabine, Clarksons offrì a una società romana, la Navitur, un allotment di posti da vendere al pubblico italiano, che era però ignaro del fatto che a bordo si parlasse solo inglese, o al massimo il greco, e si mangiasse agnello in tutte le salse.
Navitur mise in vendita le crociere a un prezzo estremamente allettante (si spendeva allora meno di 15.000 lire al giorno per una crociera di 10 giorni), ma comunque abbastanza più alto di quello pagato dai passeggeri inglesi e che comprendeva anche il volo da/per l’Inghilterra. Insomma, prima o poi qualche italiano se ne sarebbe accorto e avrebbe protestato…
E questo è il contesto (che avrei solo scoperto dopo pochi giorni di imbarco) in cui si inquadra il mio arrivo a bordo nell’estate del 1972. (segue)