Sono appena rientrato da Palermo dove ho trascorso 4 giorni per sbrigare alcune faccende.
Anche se Febbraio non è proprio il mese ideale per fare il turista in Sicilia, trovare temperature attorno ai 20 gradi non è un fatto eccezionale e prima della partenza già mi rallegravo all’idea di farmi qualche passeggiata al sole.
Bè, questa volta non è andata come speravo. Tra temperature gelide, vento e grandine il tempo non poteva essere peggiore e perfino le alture intorno alla città erano spolverate di neve.
Per il resto, niente sorprese. Palermo resta una città di struggente bellezza e di profondo abbandono. Il traffico è caotico ma risponde a regole invisibili che sembrano funzionare.
Le regole scritte, invece, vengono spesso ignorate perché ritenute, a torto o a ragione, non applicabili alla realtà locale. Le infrastrutture sono fatiscenti e i servizi carenti, ma la gente trova il modo di adattarsi, di far fronte alle lacune e di non stressarsi più di tanto.
È un equilibrio anarcoide fondato sulla sfiducia (meritata) nei confronti delle amministrazioni locali in decenni di malgoverno.
Ma ci sono delle costanti positive in Sicilia che non mancano mai di stupirmi: la cordialità delle persone che non conosci e la generosità di quelle che conosci. Ecco perché ci torno sempre volentieri e con qualunque tempo.