Con l’implosione della campagna presidenziale di Bernie Sanders, restano in lizza per la Casa Bianca i due candidati dal più alto indice di “sgradimento”: Hillary Clinton e Donald Trump.
Donald Trump è un gradasso e un opportunista. Non è veramente preparato su nessuno dei temi più caldi del momento, dall’immigrazione clandestina alla politica internazionale. Ha diversi scheletri nell’armadio legati alla sua vita da imprenditore senza scrupoli e sono in molti quelli che nel partito repubblicano non lo considerano uno di loro. A lui, e ad altri candidati ormai decaduti, è stato affibbiato il titolo di RINO, che sta per Republican In Name Only e si pronuncia come la parola rinoceronte in inglese. Trump cerca consensi nei gruppi più disparati, dagli ultra-religiosi ai neri, ma le sue aperture nei loro confronti sanno tanto di espediente e non appaiono sincere. Ciò nonostante, il seguito che Trump incontra in vari strati della popolazione americana è molto forte perché il miliardario di New York è visto come uno spirito libero e non come uomo del sistema.
Hillary Clinton è corrotta e patologicamente bugiarda. Dai suoi esordi come avvocato agli anni passati come moglie del governatore dell’Arkansas fino ai due mandati presidenziali di Bill Clinton, agli otto anni come senatrice, all’incarico di Segretario di Stato conferitole da Obama, Hillary Clinton ha mentito spudoratamente senza preoccuparsi di essere colta in flagrante. E così le bugie sono diventate virali. Ora, nella fase decisiva della campagna presidenziale, continua a mentire sul suo uso illegale di un server di posta privato, sui soldi che entrano nella cosiddetta Clinton Foundation (una vera e propria associazione a delinquere), alla sfacciata vendita di influenza e favori. Oggi i suoi detrattori, di qualunque fede politica siano, si domandano se tutto questo le impedirà di arrivare alla Casa Bianca o se Obama continuerà a schermarla dagli attacchi più insidiosi. Dopotutto, Obama e la Clinton sono legati a filo doppio per varie losche vicende legate alla Libia e al Medio Oriente, e non dimentichiamo che il Dipartimento della Giustizia (cui fa capo l’FBI) riporta ad Obama ed è gestito da una sua fedelissima.
Viene spontaneo domandarsi come sia possibile che un paese come gli Stati Uniti d’America riesca alla fine a produrre solo merce avariata come candidati alla presidenza.
Mi ero posto la stessa domanda nel 2008, quando Obama era in lizza con McCain, e me lo domando ora.