30 anni fa l’Unione Sovietica implodeva all’improvviso sorprendendo anche gli analisti che la osservavano 24/7.
Lanciato in una corsa agli armamenti che non poteva vincere, il colosso dai piedi d’argilla crollava e andava in pezzi. Nelle parole di Vladimir Putin, che a quei tempi era un funzionario del KGB, si trattò di una “vera tragedia” per il popolo russo.
Eppure oggi Putin, tiranno ormai settantenne, sta portando la Madre Russia verso una fine quasi identica a tre decenni di distanza.
Nella sua personale ossessione per il cambio di regime in Ucraina e la creazione di uno stato fantoccio che serva da cuscinetto ai confini della NATO, ha trascinato il Paese in una guerra che esso non voleva e che le sue forze armate non si potevano permettere.
Crollata l’illusione di una blitzkrieg di 3 giorni che avrebbe visto i carri armati russi sfilare in Piazza Maidan a Kiev, l’esercito di Mosca si è sgretolato davanti alla resistenza del popolo ucraino e ai russi non è rimasto altro strumento che il folle e criminale bombardamento delle città.
Solo il potere di veto che detiene nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha impedito alla Russia di essere forzosamente espulsa dall’Ucraina (ed è lecito domandarsi a che serva oggi un organismo come l’ONU quando esso si rivela incapace di fermare uno stato membro che ne invade un altro, cioè la ragione per cui l’ONU è stata creata.)
A oltre un mese dall’inizio della guerra, il conflitto Russia-Ucraina si è trasformato in una proxy war, una guerra per procura, in cui armi, tecniche, intelligence e satelliti dell’Occidente tengono a bada e logorano un esercito di coscritti che perde giornalmente centinaia di uomini e mezzi e ha riportato a casa in sacchi di plastica una mezza dozzina di generali.
Ed ecco che l’uomo forte di Mosca si ritrova abbarbicato all’estremità di un ramo che è furiosamente intento a segare.
Biden nega di mirare a far cadere Putin, nonostante l’abbia ripetutamente affermato, ma probabilmente non sarà neanche necessario darsi troppo da fare.
Putin sta provvedendo da solo a distruggere l’economia e il futuro della Russia.
Per citare George Santayana, coloro che non ricordano il passato sono condannati a replicarlo.