Se nell’uso dell’inglese saltano spesso fuori gli insidiosi “falsi amici”, c’è un’altra categoria di vocaboli che pone un grosso ostacolo alla comprensione reciproca, quelli che io chiamo i “completi estranei” e di cui parleremo tra un attimo.
E’ ormai cognizione comune che eventually non è la traduzione di eventualmente e che to prevaricate non vuol dire vessare o tiranneggiare.
Allo stesso modo, molti utenti italiani della lingua inglese sanno che actual non vuol dire attuale, ma effettivo.

I “completi estranei” sono invece ancora più traditori, perché si tratta di vere parole inglesi entrate a significare cose diverse in italiano.

Prima tra tutte è mobbing, nel senso di intimidire o vessare sul luogo di lavoro.

Mobbing deriva da mob, termine dispregiativo per indicare la folla (o, scritto con la M maiuscola, un’associazione mafiosa, cioé the Mob). La parola mob è fatta risalire al termine latino mobile vulgus, o folla incostante e non è slang recente, visto che è in uso comune da più di 300 anni. Il termine scientifico mobbing indica l’attività aggressiva congiunta di un gruppo di animali nei confronti di un comune nemico e, per estensione, anche l’attività ostile da parte di più persone nei confronti di uno o più individui.
Ecco quindi il punto di contatto tra la parola inglese e il significato che gli viene dato in italiano quando si parla di pressioni psicologiche.

Il problema sta nel fatto che, descrivendo il fenomeno ad un interlocutore inglese, è pressoché garantito che la parola mobbing non sia compresa. In inglese si dice hazing, bullying o harassment.
L’uso comune di “to mob” in inglese descrive l’assalto da parte di una folla, come per esempio nella frase: “The Hollywood star was mobbed by fans at the airport,”
Ecco perché sconsiglio di usare mobbing quando l’attività in questione è invece hazing o bullying. In caso contrario, verrete (forse) capiti solo da un sociologo o da un ornitologo.
E in italiano prenderei le distanze dalla parola mobbizzare, che è semplicemente orrenda.

Un altro termine da evitare è footing usato nel senso di fare corsa.

In inglese, footing indica solo l’appoggio del piede (anche figurato) oppure il livello o la statura (in senso figurato) di un individuo.
Quindi si dirà “he regained his footing” di qualcuno che sia scivolato, oppure “they demanded equal footing in the new company”, riferito a persone che chiedano trattamento paritario.

Per tradurre in inglese l’attività atletica di cui sopra si usano jogging o running, che la descrivono senza possibilità di fraintendimento.