Torniamo a parlare di ANSA, l’Agenzia Nazionale Somari Accreditati, che già da tempo funge da organo del PD e fa sempre peggio il suo mestiere di agenzia di notizie.
Nonostante sia popolata da giornalisti ‘tesserati’ (o forse proprio per quello), l’ANSA ti regala ogni giorno un carico inesauribile di sfondoni, che vanno dal classico refuso all’errore di grammatica o di sintassi che contraddistinguono l’ignorante DOC. La totale mancanza di supervisione (che fine hanno fatto gli editor?) completa il deprimente quadretto.
Guardate il titolo riportato sopra. Non vi viene in mente un grottesco festino in cui uomo e animale si mangiano i poveri resti della vittima?
Solo leggendo l’intero articolo riuscite faticosamente a capire che anche il povero cane era stato vittima del folle. A occhio ci sono almeno tre diverse soluzioni per rendere quel titolo in maniera più comprensibile, ma per il cronista ANSA andava già bene così.
Altro capolavoro riguarda il titolo del pezzo riguardante i preti pedofili. “Piaga più mostruosa a interno della Chiesa’.
Che ve ne pare come italiano? Anche qui, c’erano più modi di rendere comprensibile il titolo, ma troppa era la fretta di dare la notizia.
Preti pedofili? Ma va chi l’avrebbe mai detto?
Ma andiamo oltre: un cargo norvegese si ripara in rada a Pozzallo per sfuggire al maltempo.
Dopo quello splendido sottotitolo (“Cargo squarcia fiancata cargo”) pensereste che questo articolo non abbia più nulla da offrire. E invece no. Basta scendere di un paio di righe per scoprire che la nave in questione ha una bandiera norvegese lunga 228 metri. Roba da Guinness dei primati.
E per proseguire in bellezza, vi segnalo che (almeno a detta dell’ANSA) la carriera di magistrato è aperta anche ai canidi. Il brillante titolista dell’Agenzia Nazionale Somari Accreditati colpisce ancora creando la figura del giudice cane. E dire che, con un veloce lavoro di punteggiatura ce l’avrebbe fatta a sfuggire al ridicolo.
Come chiusura, vi propongo una brillante nuova espressione creata da quei geniali ebeti dell’ANSA. Quando una notizia di cronaca nera riporta l’uso di armi da fuoco, è ora possibile utilizzare la frase ‘regolamento di colpi’, in sostituzione del banale ‘regolamento di conti’ che fa parte a buon diritto della lingua italiana.
Incredibile ma vero, non c’è praticamente un solo articolo sul sito dell’agenzia che non presenti almeno un ‘fiore’ di questo tipo. E questo tutti i santi giorni. Non è umanamente possibile essere così cialtroni—secondo me lo fanno apposta.
Nel Wyoming c’è una cittadina chiamata Jackson, situata a 1900 metri di altitudine in una vallata che nell’800 battezzarono Jackson Hole, .
Jackson è una località prevalentemente turistica, in una zona di straordinaria bellezza, dove sono stati girati diversi film di successo già dai tempi di John Wayne, ma anche più recentemente titoli come Balla coi Lupie Django Unchained.
Jackson ha circa 10.000 abitanti, è al centro di tre comprensori sciistici e si trova a breve distanza da due parchi nazionali, Yellowstone e Grand Teton.
Un’idea all’apparenza balzana che ha contribuito alla crescente popolarità di Jackson è stata quella di installare un paio di anni fa delle webcam in posizioni strategiche nel paese.
Una in particolare è collocata al primo piano di un immobile all’incrocio tra West Broadway e South Cache Street. La webcam è ad alta definizione e dotata di audio e copre l’angolo sud-ovest della piazza centrale, la Jackson Town Square.
L’ora locale a Jackson è 8 ore indietro rispetto all’Europa centrale e, quando qui da noi sono le 12:00, lì sono le 4 del mattino.
C’è qualcosa di inspiegabilmente affascinante nell’osservare un incrocio stradale deserto, con l’asfalto coperto dalla neve e i semafori rossi che lampeggiano in un silenzio totale. Solo saltuariamente, annunciato dal brontolare cupo di un motore V8 a benzina, transita lentamente un pickup o un SUV. Poi di nuovo il silenzio e l’unico movimento è la neve che scende abbondante.
Oltre l’incrocio si intravedono un angolo della piazza e uno strano arco imbiancato che però non è un cespuglio sagomato dai giardinieri. Ad ogni angolo della Town Square si trova uno di questi quattro archi costruiti con le corna dei wapiti (Cervus elaphus canadensis), raccolte dopo la loro muta.
Quando il mio lavoro mi vede al PC, ho ormai preso l’abitudine di aprire il link con la live webcam di Jackson e a indossare le cuffie per averne l’audio come sottofondo.
Ogni tanto, quando in Wyoming è notte fonda, sento arrivare un veicolo e interrompo il lavoro che sto facendo per dare un’occhiata.
E’ come se abitassi al primo piano di 10 West Broadway e mi affacciassi alla finestra nel cuore della notte, o anche in pieno giorno quando da noi fa già scuro.
Si è rivelato un passatempo rilassante e del tutto gratuito ma non riesco a spiegarmi perché mi attrae. Ho letto che di media ci sono 2000 persone nel mondo che si affacciano contemporaneamente alla stessa finestra sulla piazza di Jackson. Tutti matti?
Uno dei nomi più celebri nell’Olimpo dei compositori di musica da film è quello di Ennio Morricone. Ricordo ancora l’impatto della sua innovativa colonna sonora in Per Un Pugno di Dollari quando il film apparve sugli schermi nel 1964. Era una base musicale profondamente diversa e più immediata di quelle alle quali i western tradizionali ci avevano abituato.
Da allora, il nome di Ennio Morricone si è abbinato a una serie di film di grande successo, italiani e stranieri, e l’opera del maestro vanta un enorme numero di appassionati in tutto il mondo.
Di tutta la sua opera, il brano più emblematico e coinvolgente a mio avviso è il tema conduttore di C’Era Una Volta il West (1968).
Nella versione originale l’apporto della straordinaria voce soprano di Edda Dell’Orso ha reso indimenticabile questo brano ed è il punto di riferimento per tutti i rifacimenti che ne sono apparsi nel corso dei decenni.
Per curiosità, ve ne propongo qualcuno.
La soprano olandese Claudia Couwenbergha detta di molti rappresenta, nella sua interpretazione di questo brano, la migliore erede di Edda Dell’Orso (oggi ottantatreenne). Il video è del 2013.
Una sorprendente interpretazione è stata proposta dalla giovanissima Patricia Jane?ková, della Slovacchia, che ai tempi di questo video aveva 14 anni.
André Vásáry, soprano ungherese, ci offre la sua singolare interpretazione di C’Era Una Volta il West. Non avrei mai pensato che una voce maschile potesse essere presa in considerazione per questo brano—e chiaramente mi sbagliavo.
Un’altra singolare versione viene dalla Romania, dove Petruta Küpperusa il flauto di Pan invece della voce.
Forse l’alternativa più sorprendente alla voce umana è quella proposta dalla musicista ungherese Katica Illényi, che ha usato il theremin, uno strumento elettronico inventato nell’URSS e che compie cento anni nel 2019. Ad accompagnarla, in questo video del 2015, era l’Orchestra Filarmonica di Gyor.
E per concludere questa carrellata di interpreti del capolavoro di Ennio Morricone, vi propongo la mezzosoprano norvegese Teva Semmingsen, accompagnata dalla magnifica Danish National Symphony Orchestra.
Fin da piccolo ricordo quanto la musica fosse una costante nella nostra casa. In famiglia, l’appassionato era mio padre, che spaziava nei suoi gusti dalla musica classica al Festival della Canzone Napoletana. Troppo giovane per “capire” la musica che ascoltavo, ero comunque in grado di apprezzarla per come mi toccava.
Due erano i pezzi da me preferiti nella mia infanzia.
Uno (che io chiamavo “musica classica divertente”) era la celebre Rhapsody in Blue di George Gershwin, che divenne subito parte della mia collezione musicale appena ebbi i soldi per comprare il disco.
L’altro (un pezzo “serio” di violino) mi ha eluso per decenni. L’avrei cercato se avessi ricordato il nome del pezzo, o al massimo quello del violinista. Mio padre lo citava spesso come un virtuoso, ma per anni ed anni ho cercato di ricordare quel nome, ma sempre senza successo.
Finché, per qualche misterioso meccanismo cerebrale, mi sono svegliato qualche giorno fa con quel nome sulle labbra.
Yascha Heifetz.
Non so per quale motivo il suo nome non mi è mai tornato in mente per oltre mezzo secolo. So anche che avrei potuto entrare in un negozio di musica e “raccontare” il celebre pezzo e forse un commesso ben informato avrebbe potuto identificarlo, ma l’imbarazzo mi ha sempre bloccato.
E ora scrivo commosso queste righe mentre le mie cuffie mi regalano il mio brano preferito a tutto volume.
Dopo oltre 50 anni riesco ad ascoltarlo ancora. E’ incredibile.
Ma—mi chiedo—ci voleva tanto?
PS: Per coloro che ritengano datata la performance di Heifetz, c’è un giovane violinista giapponese—Fumiaki Miura—che interpreta lo stesso pezzo da campione—e a colori.
I always get my daily ration of information from online news outlets (easily a dozen of them), as I haven’t bought a newspaper in years. The advantage is being able to go through your sources in a matter of seconds—and saving the best stories as PDF files—but there is a downside to real-time reporting: the ubiquitous typos, and, regrettably, the epidemic mangling of English grammar.
I don’t mean just the traditional “dangling” or misplaced modifiers. Examples?
Electoral fraud is inevitable when confronted with no ID requirements.
Electoral fraud can’t be the subject of the modifying phrase (the one beginning with when).
A better solution is: “Electoral fraud is inevitable when poll workers are confronted with no ID requirements.”
Gazing out my window, the sun rose like a fiery ball.
Clearly, the sun is not the subject of the modifying phrase. A better solution is: “As I gazed out my window, the sun rose like a fiery ball.”
The President told the press he was considering lifting the embargo yesterday.
To avoid confusion, reorganize as follows: “Yesterday the President told the press he was considering lifting the embargo.”
OK, having cleared that up, we can turn to other annoying errors that editors miss, probably because they’re no longer employed due to financial constraints. Many junior reporters on news outlets and blogs have either no time to check for errors or no idea that they made them.
Here are the top 8.
Peddle vs. Pedal
They’re pronounced the same way, but if you’re describing someone who’s trying to sell something, you must use ‘peddle’. If you’re talking bicycles, then it’s ‘pedal.’
Rein in vs. Reign in
They’re pronounced the same way, but the first one means ‘to limit, to contain’. The second one has to do with a sovereign’s rule and is simply wrong if used in a sentence like: “The party leader was forced to rein in a few overenthusiastic supporters.”
Defuse vs. Diffuse
You can defuse an explosive device (by removing the fuse) and, by extension, you can defuse a tense situation. What you cannot do here is use the verb ‘diffuse’, which is very similar in pronunciation but means ‘to spread, to disseminate’. It’s not a question of style—it’s just plain wrong.
Affect vs. Effect
Similar pronunciation, different meanings. Two examples: To affect the outcome of an election vs To effect change in an organization. Tricky choice but you have no wiggle room. One can’t be used in place of the other.
Toe vs. Tow (the Line)
“To toe the line” means to abide by the rules. It’s an idiom that comes from athletics, where runners wait for the start gun with their toes on the line. If you want to tow the line, instead, you have to be a ship which is pulling (towing) a rope (line) through the water. Not a very likely metaphor for those who stick to standards. Tow and Toe are pronounced the same way, hence the confusion.
Shoo-in vs. Shoe-in
Another case of identical pronunciation can be found here, but only one expression is correct.
A shoo-in is a contestant whose victory is certain. A shoe-in is just wrong
Role vs. Roll
Again, the pronunciation is the same but the meaning changes. “My role as a father” vs. “Roll is a list of members of a school.”
Moot vs. Mute
Here the pronunciation is not quite the same (moot vs. myoot) and the meaning entirely different. “The issue soon became a moot point”.. Moot means irrelevant, Mute means silent—not quite the same thing.
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