Dopo i funerali, i matrimoni sono la cosa che evito più accuratamente. Avrei perfino provato a evitare i miei, ma le polemiche sarebbero state molto antipatiche e quindi ho accettato di fare una breve apparizione.

Immaginate la mia sorpresa nel vedere l’importanza che la stampa italiana ha dato al matrimonio reale avvenuto a Londra nei giorni scorsi. Conoscete qualcuno che si è sparato tutta la telecronaca diretta delle nozze reali? Se sì, chiedetegli perché.

Che senso ha assistere al matrimonio di qualcuno che non conosci, in un Paese che non è il tuo e con in testa una corona che non ti riguarda?

Ah, ma forse la chiave è proprio quella. La corona.

Il matrimonio dei due pupazzi britannici è reale!

Se si fossero sposati Bill e Kat di Hounslow (un anonimo quartiere londinese a venti chilometri da Buckingham Palace) non ci sarebbe stata la televisione, né probabilmente gli sposi l’avrebbero desiderata. Sarebbe stato sufficiente un video saltellante girato con il telefonino e poi tutti al pub a celebrare.

La storia stucchevole e fittizia dell’erede al trono che sposa la cenerentola è stata chiamata (sorpresa, sorpresa!) una “favola moderna”. Non mi metterò a discutere del motivo per cui la gente debba andare a cercare le favole moderne, quando quelle antiche erano di gran lunga migliori e più ricche di significati.

La mia perplessità nasce dal fatto che la gente sia evidentemente ancora affascinata dai “reali”, compresi quegli squallidi personaggi di casa Savoia, una banda di accattoni che sono motivo di vergogna (ancora un altro) per l’Italia.

A che servono i re nel terzo millennio? Se i confini nazionali non contano più, se le monete si unificano e le leggi diventano comunitarie che motivo ha una nazione di mantenere un re e una famiglia reale?

“Tradizione” è la risposta standard.

Eppure quante istituzioni tradizionali e aziende iconiche sono sparite, si sono trasformate o sono passate di mano in Italia e all’estero? Il sole ha continuato a sorgere

Se il “royal tourism” riempie ancora gli alberghi, continuerà a farlo anche dopo aver liquidato la casa reale (7 anni di preavviso, Alitalia insegna) e aperto le stanze segrete alla curiosità della folla al prezzo di 20 sterline a testa.

Se uno è tanto stupido da agitare la bandierina inglese al passaggio della “royal couple”, investirà di sicuro l’equivalente di 22,50 euro per vedere la camera da letto o il gabinetto della regina Elisabetta.