Ho smesso da molto tempo di leggere le recensioni di qualunque bene o servizio che siano pubblicate in Italia, sia sui giornali che sui siti Web.
Come un filtro anti-spam che riconosce al volo le parole chiave degli odiosi messaggi di posta indesiderati, anch’io ho sviluppato un sesto senso per le marchette della stampa italica, una manica di pennivendoli inverecondi pronti a cantare le lodi di qualunque cosa.
La parola che mi fa accendere la spia rossa dell’allarme-marchetta è prestigio, anche quando compare nella sua forma aggettivale prestigioso.
Quante volte l’avete letto solo oggi in qualche recensione?
Il prestigioso marchio Motom è ritornato a fregiare degli splendidi scooter…
Leggi: il marchio Motom, che risale al 1947 e che è andato prematuramente a estinguersi per mancanza di mercato/soldi/idee, è ritornato con una spudorata operazione commerciale che ha messo in circolazione scadenti trabiccoli fatti in Cina abbinandoli a un logo storico ma tanto estinto quanto l’Idrolitina.
Vacanze da sogno nel prestigioso Hotel Caccamo, due stelle, vista tangenziale, tutte camere con bagno, sottopassaggio per accedere al parcheggio. Disponibili camere insonorizzate per un modesto supplemento.
Leggi: locanda malconcia e rumorosa in posizione assolutamente da evitare a meno che non vi si guasti la macchina lì davanti alle due del mattino.
La parola prestigio viene, guarda un po’, dal latino e vuol dire originariamente “gioco di destrezza” e, in senso traslato, “illusione”. E qui la definizione “marchio prestigioso” abusata dalla stampa calzerebbe a pennello: si tratta di un gioco di prestigio in cui a essere giocato è sempre il consumatore che crede a quello che legge.
Il significato corrente che si attribuisce a “prestigio” (autorità, fascino) si avvicina molto all’utilizzo che la lingua francese ha fatto della parola latina. Fra i vari significati di prestige, oltre a quello di illusione e gioco di mano, ci sono attrazione, capacità di sedurre, di fare impressione. Anche l’inglese, che deve al francese un bel po’ dei suoi vocaboli, ha ereditato prestige ma soltanto nelle sue accezioni di reputazione raggiunta tramite il successo oppure capacità di suscitare impressione.
Ecco quindi un’arma letale nelle mani dei marchettari: il cronometro, i mocassini, il marchio storico, il motorino, il pied-à-terre in borgata, sono tutti oggetti prestigiosi i cui lati positivi non vanno nemmeno descritti. Sono misteriosamente contenuti nell’aggettivo e nessuno osa chiedere quali siano per non passare da ignorante.
D: Ma come ti è venuto in mente di comprarti quel catorcio?
R: Ma scherzi? Non lo vedi che è un marchio prestigioso?
Ovviamente dei lati negativi, trattandosi di recensioni stampa, non si parla affatto.
Va bene informare i consumatori, ma vediamo di non esagerare e finire per raccontargli le cose come stanno…