Nessun settore ha regalato alla lingua delle aziende più metafore del mondo della navigazione a vela. L’immagine dell’impresa come una nave capace di scegliere la sua rotta in un mare pieno di pericoli e opportunità è una metafora fortissima, come lo è anche l’identificazione del capo con il comandante.
Le metafore nautiche sono quindi numerosissime, e a maggior ragione nella lingua inglese, data la dominazione dei mari di tutto il mondo esercitata per secoli dalla flotta britannica prima e dalla US Navy dopo.
Frasi come our new Business Unit is getting underway si sentono spesso menzionare nella lingua aziendalese, dove underway può rappresentare una deformazione della frase on the way, oppure provenire (come è l’ipotesi più accreditata) dall’olandese onderweg, che appunto significa “in movimento”.
Nonostante la vicinanza geografica e i fitti scambi commerciali, i rapporti tra Olanda e Gran Bretagna non sono stati sempre ottimi. La guerra anglo-olandese del 1667 vide le navi dei Paesi Bassi penetrare nell’estuario del Tamigi fino alle porte di Londra. Traumatizzati dall’audacia degli olandesi, gli inglesi trovarono comodo attribuirla alle dosi di bevande alcoliche propinate dagli ufficiali nemici ai loro marinai e così nacque l’espressione Dutch courage. Non tutti sanno però che era proprio una tradizione della Royal Navy inglese erogare ai suoi marinai una razione giornaliera di rum, una consuetudine che finì solo nel 1970!
A loose cannon sul ponte di una nave a vela è senz’altro una minaccia grave per l’incolumità dei marinai e delle strutture in legno della coperta. Analogamente, una figura aziendale che cominci a comportarsi in maniera troppo indipendente può creare una certa apprensione e meritarsi l’appellativo di loose cannon on deck.
Una nave immobile in mezzo al mare (per carenza di vento, per la rottura degli alberi o la mancanza di propulsione) è definita dead in the water, e quindi alla deriva. Questo è anche vero di un’azienda che abbia perso la rotta, i cui clienti la stiano abbandonando o che non sia più ritenuta affidabile dalle banche.
Per riportarla sulla giusta rotta, ovvero back on track, serve uno skipper che sappia il fatto suo. In altre parole qualcuno che knows the ropes e non un giovanotto prodigio uscito ieri da una scuola di direzione aziendale. Ai tempi della marineria a vela era essenziale sapere quali “manovre correnti” (cime, scotte o drizze) utilizzare per la migliore condotta della nave o per evitare collisioni, scogliere e banchi di sabbia . To know the ropes significa appunto avere una buona padronanza tecnica della condotta della nave-azienda.
The recession left us high and dry. Ovvero la recessione ci ha portati in secca. La frase nasce appunto nel mondo delle navi. Un’imbarcazione che si arena, al calare della marea si ritrova high and dry e nella totale impossibilità di tirarsene fuori da sola.
Per concludere, non tutti sanno che Lloyd’s di Londra era inizialmente la coffee house gestita da un certo Edward Lloyd in Tower Street dal 1688. Uomo intraprendente, Mr Lloyd decise di offrire un servizio in più ai suoi avventori, tutti operatori del settore marittimo. Nacque così un notiziario da lui stesso compilato che riportava le ultime notizie di arrivi e partenze e le novità sulle barche e i relativi armatori. Furono queste le origini del celebre Lloyd’s Register, che attribuiva varie classificazioni alle navi in base alla loro solidità e affidabilità.
Una nave che aveva il rating massimo (A1) era un vascello cui si potevano affidare le proprie merci e al quale un assicuratore avrebbe dato copertura senza timori. E fu proprio un gruppo di frequentatori del bar di Edward Lloyd a creare in seguito la celebre compagnia assicuratrice Lloyd’s.
Ancora oggi, specialmente in USA, un progetto o un’azienda al massimo livello sono definiti con la qualifica usata già da allora per le navi. That’s an A1 opportunity!