Mancano pochi giorni al primo appuntamento per la nomina dei candidati alla presidenza americana. Il primo di Febbraio si tengono i cosiddetti Iowa Caucus, una serie di riunioni tra elettori per scegliere il candidato del loro partito da mandare alla Convention nazionale prima dell’estate. Questa dell’Iowa è una tradizione che risale ai tempi anteriori alla rivoluzione americana, ma il meccanismo è simile a quello delle “primarie”, che i restanti 49 stati hanno adottato. Il verdetto dell’Iowa è importante perché è il primo vero test per i candidati e molto meno per la capacità del piccolo stato del Midwest (poco più di 3 milioni di abitanti) di rappresentare un campione significativo dell’elettorato americano.
In Iowa tra una manciata di ore vedremo chi dei primi classificati nei due partiti, Repubblicani e Democratici, avrà la meglio. Nello schieramento dei Dems, la “frontrunner” è Hillary Clinton, avanti di un’incollatura al socialista Bernie Sanders. Clinton porta con sé un pesante bagaglio legato alle sue discutibili attività mentre era Segretario di Stato e al suo ruolo di First Lady ai tempi della presidenza del marito, le cui trasgressioni sessuali hanno fatto storia. Sanders, invece, è un idealista onesto e ha per questo catturato l’attenzione e il supporto degli elettori più giovani, ma è improbabile che questo si riconfermi su scala nazionale.
Il fronte repubblicano vede in testa Donald Trump, la cui strategia populista e urlata ha conquistato molti elettori e sorpreso tutti, giornalisti e avversari compresi. Alle sue calcagna c’è il senatore texano Ted Cruz, seguito a distanza dall’altro senatore Marco Rubio e dall’ex-neurochirurgo Ben Carson, l’unico candidato nero in questa corsa alla presidenza. Trump ha un talento naturale per attrarre su di sé l’attenzione e ha rivoluzionato l’approccio repubblicano alla campagna elettorale. Forte nella prevaricazione ma molto meno ferrato nei programmi, The Donald potrebbe sbaragliare tutti i suoi avversari partendo dall’Iowa oppure rivelarsi un fuoco di paglia il giorno che gli elettori americani si siano rinsaviti.
Sarà un bello spettacolo. Io ho preparato il popcorn e le birre sono già in frigo.
Aggiornamento del 2/2/2016
I Caucus dell’Iowa hanno premiato la logorante copertura a tappeto delle 99 contee dello stato fatta dal repubblicano Ted Cruz nelle scorse settimane. Cruz vince su Trump mentre Marco Rubio è terzo a brevissima distanza. Quella di Cruz è la vittoria dei “grass roots”, della gente comune, e un segnale all’establishment repubblicano. Secondo posto dolceamaro per Trump, che aveva boicottato l’ultimo dibattito repubblicano in Iowa per una polemica con gli organizzatori, e ora deve domandarsi a chi sia giovata la sua presa di posizione. Viene anche spontaneo ricordare un tweet di due anni fa dello stesso Trump (v. sotto) e chiedersi se The Donald la pensa ancora così.
In campo democratico, la Clinton vince per una manciata di voti su Bernie Sanders (che chiede un nuovo conteggio) e si proclama vincitrice con un discorso pieno di astio e di vaghe promesse. Millimetrica e amara vittoria per una che si sentiva invincibile e non temeva il vecchio idealista Sanders, La prossima consultazione è in New Hampshire tra una settimana e Sanders avrà la possibilità di sconfiggere la Clinton con margine ben più ampio.