Quando nel Gennaio 2012 quella farsa di comandante portò la Costa Concordia ad incagliarsi sugli scogli del Giglio, furono in tanti a prendere l’immagine della grande nave bianca agonizzante sul fianco come metafora dell’Italia (e qualche cartoonist addirittura si spinse a creare un parallelismo con l’Unione Europea).
Pochi giorni fa, ho assistito in diretta all’operazione di raddrizzamento della nave (l’ormai tanto pronunciata parola inglese “parbuckling”, che perfino la Signora Cesira dell’interno 6 sa dire correttamente, mentre i pubblicitari insistono ancora a farle ordinare gli assorbenti chiamandoli Ca-re-fre-e).
Come tutti sanno, l’operazione, ambiziosa e tecnicamente complessa, è stata un successo malgrado le previsioni sballate e assolutamente velleitarie di qualche pseudo-esperto uscito dall’ombra per i flash della stampa e, fortunatamente, rientrato nell’oscurità dopo essere stato clamorosamente smentito.
In contrapposizione all’ignavo, squallido comandante-guitto (del quale però i suoi concittadini vanno tanto orgogliosi) è emersa la figura dell’eroe, il salvage master Sloane, l’uomo concreto e alla mano che ha progettato e portato a termine un’operazione senza precedenti.
La verità è che questo Paese cerca sempre i cattivi assoluti (e nel patetico comandante ne ha certamente trovato uno) e gli eroi a 360°. Ai tempi del naufragio, eroe degli italiani divenne l’ufficiale della Capitaneria Gregorio De Falco, che urlò il celeberrimo ordine: ”Vada a bordo, cazzo!”. Oggi è Nick Sloane, che celebra il successo bevendosi una birra direttamente dalla bottiglia davanti ai giornalisti. Un giornalista della CBS News, Mark Phillips, ha detto iperbolicamente che, se l’Italia rispolverasse la monarchia, il suo prossimo re si chiamerebbe probabilmente Nicholas Sloane.
Non è difficile mettere a confronto questo personaggio senza fronzoli con il pagliaccio in uniforme da capitano che ha causato la tragedia del Giglio. E molti lo hanno fatto.
Quello che non ho letto né sentito da nessuna parte (ma forse sono stato disattento) è che la metafora del gigantesco lavoro di squadra che ha raddrizzato la Costa Concordia si potrebbe estendere all’Italia.
Il Paese fa acqua ed è incagliato sugli scogli. Non sarebbe pensabile un analogo sforzo per rimetterlo in sesto?
Ma chi è il Nick Sloane della situazione?
Io non vedo che comandanti impomatati e capaci soltanto di riempirsi la bocca di parole.