Quanto il linguaggio influenzi il pensiero è stato per decenni oggetto di teorie contrastanti (p.es. la cosiddetta Ipotesi di Sapir-Whorf poi contraddetta dalla Grammatica Universale di Chomsky) ma non ho intenzione di discuterne alcuna. Scendendo dai massimi sistemi alla realtà quotidiana, vorrei però brevemente ricordare che il nostro linguaggio non può non avere effetto sul pensiero di chi ci ascolta. E nel contempo rivelare la nostra opinione personale.

In mesi recenti si sono svolte davanti ai nostri occhi le vicende della nave Sea Watch 3, del panfilo Alex e di Open Arms nelle acque prospicienti l’isola di Lampedusa. La stampa non ha mai mancato di fornire aggiornamenti e approfondimenti su queste storie, ma lo ha fatto in maniera confusa, sensazionalista e/o di parte.

Non intendo prendere posizione in un verso o nell’altro—e non perché non abbia una mia chiara visione—ma perché, proprio in virtù dell’effetto che le parole hanno sul pensiero, non mi pongo l’obiettivo di convincere nessuno.

Quello che farò è riproporre delle frasi più volte udite in questi giorni e invitare chi mi legge a riflettere se queste frasi (apparentemente neutre e innocue) non tendano già a colorare quanto si dice e conseguentemente a sposare e sostenere una particolare narrazione.

Partiamo.

  • Nave umanitaria oppure Nave di ONG?
  • Rifugiato oppure Migrante economico?
  • Profugo oppure Naufrago (specialmente se la prova di un avvenuto naufragio non c’è)?
  • Migranti trasbordati oppure Migranti salvati?

Buona riflessione.