Chi come me credeva che il sito di Trenitalia fosse il miglior incentivo a scegliere un mezzo di trasporto diverso dal treno, si sbagliava.

In previsione di un imminente viaggio in India, mi sono trovato a trafficare con il sito di Indian Railways (IRCTC) per prenotare e acquistare dei biglietti per una tratta interna.

Dire che il sito è “customer-unfriendly” è essere generosi. La perversa passione indiana per la burocrazia raggiunge qui livelli eccelsi, che fanno perfino impallidire la mentalità tipica da ferrovieri “product-oriented” di cui Trenitalia è intrisa.

Per motivi apparentemente legati alla lotta al terrorismo,la procedura di’acquisto online dei biglietti ferroviari indiani è particolarmente frustrante. (Nessuno però impedisce al terrorista di acquistare un biglietto brevi manu, magari regalando una manciata di rupie a un prestanome compiacente). Paradossalmente però, acquistare via Internet biglietti per i voli interni si è rivelato una passeggiata.

Il primo ostacolo per l’aspirante viaggiatore su rotaia è la registrazione come utente delle Indian Railways. Occorre dichiarare le proprie generalità e indirizzo, indicando anche il CAP e un telefono cellulare. Si riceveranno poi due password, una sul cellulare e una all’indirizzo e-mail. Peccato che siano accettati solo numeri di cellulare indiani e che il CAP previsto sia solo quello indiano e quindi a  6 cifre. A prima vista non si direbbe che ci sia un grande interesse ai viaggiatori stranieri.

Esistono però siti commerciali indiani come Cleartrip.com che ti promettono l’acquisto di biglietti “fast and easy”. Proviamoli.

Alle prime schermate si ha proprio l’impressione di essere capitati nel posto giusto. Tutto molto semplice e lineare. Ecco, già appare sullo schermo il treno desiderato con gli orari.

Ma appena si clicca sul pulsante per la verifica delle disponibilità e l’acquisto online cominciano le rogne.

Aver aperto un account su Cleartrip non bastava, ora bisogna anche aprirne uno sulle Indian Railways. Come non detto, siamo caduti dalla padella nella brace: il livello di complicazione è raddoppiato. E lo stesso vale per gli altri siti commerciali. Non c’è nessun modo di evitare la registrazione sul sito-fortezza di “Trenindia”.

Ma scopro poi un “workaround” suggerito dalle stesse ferrovie indiane per i graditi ospiti stranieri. Si può richiedere la password via mail (senza richiedere quella sul cellulare) e attendere che questa venga comunicata. Poi, forti della password mail e allegando la scansione del proprio passaporto, si può scrivere all’indirizzo dell’assistenza clienti delle ferrovie per farsi rilasciare anche la seconda password.

Voila. La complicazione è appena aumentata di un ulteriore 500%, la voglia di andare in treno è crollata ai minimi storici. Peccato, perché viaggiare in treno in India è un’esperienza da non perdere.

La soluzione che alla fine ho trovato si è rivelata forse un po’ “old economy” ma particolarmente comoda.

Ho scritto al concierge del primo albergo in cui arriveremo in India, il Sofitel di Mumbai, e gli ho esposto il problema. In qualche minuto, mi è arrivata la risposta che speravo di ricevere. “No problem, sir. We can handle that”. E’ sempre bello dialogare con degli umani. L’acquisto dei biglietti mi costerà forse 10 Euro in più ma chissà quante arrabbiature in meno.

Cento anni fa, il sahib europeo in abito coloniale e casco da esploratore avrebbe fatto la stessa cosa.