Dopo il fallito lancio del suo ultimo missile balistico, il “crazy fat kid” *mantiene un profilo basso. Parlo, ovviamente, del demente tiranno coreano Kim Jong-un e della serie di problemi di immagine che sta attraversando.

Il primo si è verificato il 15 Aprile 2017.

Con la parata militare del Giorno del Sole, il 105° anniversario della nascita del nonno Kim Il-Sung, il trentatreenne despota aveva voluto lanciare un messaggio di sfida al mondo, ma specialmente agli Stati Uniti, che sotto la presidenza di Donald Trump lo stanno marcando stretto—e non solo su Twitter.

Sabato 15, davanti alla telecamera della BBC, l’inviato a Pyongyang John Sudworth inneggiava enfatico allo “spettacolo straordinario” della potenza militare del Nord Corea, mentre sfilava dietro di lui una fila di camion carichi di missili. Alcuni di questi ordigni avevano però un’apparenza finta, alcuni mostravano addirittura delle ogive fuori asse col resto del missile.

Mentre il cronista inglese ancora blaterava estasiato, nel giro di pochi minuti si scatenava sul Web un putiferio di battute, che non devono essere sfuggite all’attenzione dei gerarchi coreani. Già da anni, nelle parate militari nordcoreane erano stati notati missili posticci il cui solo scopo era tranquillizzare le masse della solidità del regime e mostrae ai nemici un sapiente uso della cartapesta..

Il giorno dopo,16 Aprile 2017, mentre una squadra navale americana comprendente la portaerei nucleare Carl Vinson si dirigeva verso la penisola coreana, il giovane demente Kim dava l’ordine di lanciare un missile balistico dalla cittadina costiera di Sinpo. L’evento era ampiamente atteso ma non sortiva l’effetto voluto.

Il missile esplodeva in aria pochi attimi dopo il lancio; un’altra figuraccia per il giovane e obeso despota, che contava invece di mandare un messaggio forte.

A peggiorare la situazione, ha iniziato a serpeggiare in rete una voce per cui gli Stati Uniti sarebbero in grado di sabotare i lanci esercitando “interferenza digitale” con i sistemi usati dal Nord Corea. In altre parole, hacker governativi sarebbero capaci di far esplodere in volo i missili coreani. Già nel 2014 Obama aveva dato il via a un programma segreto per sabotare i lanci del regime nord-coreano. Non è del tutto escluso, quindi, che l’insuccesso di Sinpo sia dovuto alle contromisure elettroniche USA.

Intanto, Kim Jong-un è sparito. Forse è impegnato a far giustiziare i militari che gli hanno causato il recente doppio imbarazzo, forse si sta solo ubriacando come si dice ami fare.

Con un po’ di pazienza, al perdurare degli insuccessi della macchina militare di questo poverissimo paese, le truppe di Pyongyang, decimate dal loro stesso despota, si arrenderanno in massa alla Corea del Sud.

 

*crazy fat kid è il nomignolo affibbiato di recente a Kim Jong-un dal senatore americano John McCain